Cari e care WuBookers, probabilmente se pensiamo alle truffe su Airbnb ci vengono in mente casi che riguardano i viaggiatori: alloggi inesistenti, estorsioni o operazioni coercitive sono purtroppo una deplorevole realtà. Eppure anche host e property manager non sono immuni da possibili imbrogli: vediamo quali sono quelli più ricorrenti.
Principali truffe su Airbnb
Anche se non è possibile prevedere tutte le varianti di ogni singola truffa, è comunque utile avere una panoramica di quali sono quelle più frequenti, sia per tipologia che per modalità.
A tal proposito, è bene sapere che c’è un elemento comune a molte di queste: la minaccia di recensioni negative da parte dell’ospite. Nonostante la politica di gestione dei commenti su Airbnb sia piuttosto equa (entrambe le parti possono lasciare il loro giudizio sul soggiorno, con limiti di intervento su quello altrui) e malgrado esistano delle regole fissate dalla piattaforma su cosa è consentito e cosa no, per molti proprietari questa rappresenta una prospettiva temibile e da evitare.
Iscrivendoti alla newsletter ricevi i consigli dei nostri esperti e le offerte commerciali più vantaggiose:
Soprattutto per chi inizia da zero e ha bisogno di guadagnare credibilità per ottenere nuove prenotazioni, le recensioni negative possono essere un danno, ma cedere al ricatto potrebbe essere anche peggio: ecco perché.
Comunicazioni e pagamenti al di fuori di Airbnb
Mantenere le comunicazioni all’interno della App di messaggistica di Airbnb è una tutela sia per l’ospite che per l’host. Molti dei problemi – e delle fregature – tra cliente e proprietario nascono quando il rapporto esce dai canali ufficiali e, così, viene meno la protezione garantita dall’agenzia.
Questo vale anche per i pagamenti. Spesso infatti l’ospite truffaldino cerca di circuire l’host chiedendo di comunicare con strumenti terzi, come Whatsapp o Telegram, che quindi non sono controllati dalla OTA.
Una volta attivato il contatto, la richiesta passa sul piano economico con la promessa di un pagamento diretto, che eviterebbe al proprietario i costi di commissione di Airbnb.
Tuttavia, a soggiorno terminato, non c’è alcuna garanzia che l’ospite paghi e non è più possibile rivolgersi alla piattaforma per chiedere supporto.
Richieste di sconto, rimborso e chargeback
Anche quando gli scambi tra host e proprietari avvengono “alla luce del sole” è necessario prestare attenzione. È possibile, infatti, che pur agendo in modo regolare, si verifichino situazioni da cui è bene guardarsi, come ad esempio:
- richieste di sconto: magari perché la struttura è nuova e le recensioni sono ancora poche, l’host può chiedere una riduzione del prezzo assicurando un giudizio a cinque stelle alla fine del soggiorno;
- pretese di rimborso: basate su presunte evidenze, più o meno reali (e purtroppo a volte inscenate ad hoc dai clienti), di disservizi gravi, strumentazione non funzionante, condizioni inaccettabili dell’appartamento o persino invadenza da parte dell’host con annessa violazione della privacy;
- chargeback: ovvero ritiro del pagamento da parte della banca emettitrice a seguito di una segnalazione dell’host che dichiara di non riconoscere la transazione. Non così facile in Italia, si tratta di una procedura invece piuttosto semplice per chi opera dall’estero ed è quindi importante conoscerla.
Furti e danni agli oggetti
Purtroppo i raggiri possono anche essere di natura materiale.Tra i più frequenti rientra sicuramente il furto di oggetti e attrezzatura, che vengono fatti sparire alla fine del pernottamento.Anche i danni possono essere ingenti e non sempre sono facili da individuare. Alcuni infatti riguardano accessori come la TV, il microonde, il phon e simili, ovvero oggetti che devono essere accesi per accorgersi che qualcosa non va. Risalire al responsabile di eventuali guasti non è così semplice, poiché l’ospite potrebbe negare o dire che era già tutto così al suo arrivo.
Per evitare che questo accada, ti consigliamo di ridurre al minimo l’equipaggiamento di valore, inventariare accuratamente la strumentazione in dotazione e verificare che sia tutto correttamente funzionante dopo ogni affitto.
Persone extra rispetto a quelle previste
Anche l’arrivo di più ospiti rispetto a quelli dichiarati è una truffa ai danni dell’host. Questo perché, il più delle volte, la cauzione è calcolata proprio sulla base di quante persone verranno ospitate all’interno dell’appartamento e, in generale, possono esserci costi supplementari per ogni cliente aggiuntivo.
Non va poi trascurato l’aspetto amministrativo, per cui tutte le strutture ricettive devono comunicare alla questura le generalità degli ospiti (un’operazione obbligatoria per legge che può essere gestita in modo pratico e veloce anche tramite il PMS per Hotel, come Zak di WuBook): è quindi fondamentale che questi vengano correttamente registrati all’arrivo e non intrufolati di nascosto all’insaputa dell’host.
Infine, più persone possono portare a un uso improprio o sconsigliabile dell’alloggio e degli arredi (pensa ad esempio all’eventualità in cui qualcuno decida di dormire sul divano senza che questo sia allestito a letto) e a un loro possibile danneggiamento.
Phishing
Il settore dell’accoglienza non è poi immune da tentativi di phishing: una truffa realizzata su internet che, come dichiarato dalla Polizia Postale, “si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli”.
Come funziona in questo caso? L’ospite invia un messaggio contenente un link che, una volta cliccato, avvia un pagamento involontario da parte del proprietario, ad esempio la cauzione o il rimborso del soggiorno.
Airbnb ha previsto un sistema di controllo per impedire che questo accada, ma nel dubbio è meglio evitare di cliccare su link di dubbia provenienza e utilità.
Iscrivendoti alla newsletter ricevi i consigli dei nostri esperti e le offerte commerciali più vantaggiose:
Cosa fare in caso di truffa reale o sospetta
Come detto all’inizio, Airbnb è un sistema che tutela sia i viaggiatori che i gestori e, per questo, va informato di ogni situazione sospetta o irregolare.
Che si tratti di ospiti con atteggiamenti ritorsivi, pretese anomale, o di accessi non autorizzati alla struttura, la prima cosa da fare è rivolgersi alla piattaforma, segnalando tempestivamente quanto sta accadendo al servizio clienti.
Questo anche per evitare che l’ospite fornisca una versione dei fatti, falsa o non del tutto vera, prima di te: nel peggiore dei casi, infatti, Airbnb potrebbe arrivare a penalizzare la tua struttura, rimborsando l’ospite e cancellando il tuo annuncio. Ecco perché è importante attivarsi fin da subito con segnalazioni ufficiali accurate.
Allo stesso tempo, quando riscontri una situazione poco chiara o che può nascondere una truffa, limita al minimo le comunicazioni dirette con il cliente, mantieni la calma e lascia che gli operatori di Airbnb verifichino e prendano provvedimenti.
Episodi spiacevoli come truffe o raggiri possono accadere, ma questo non deve scoraggiare host e property manager che vogliono utilizzare Airbnb per promuovere il loro alloggio. Conoscerli prima è il primo passo per imparare a individuarli e prevenirli.